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Indice

Tipi di acquariofilia

 

Gli acquari possono essere sommariamente divisi in tre categorie: l'acquario di acqua dolce, l'acquario marino e l'acquario di acqua salmastra:

 

L'acquario di acqua dolce è di gran lunga il tipo più diffuso e anche i piccoli negozi di animali spesso vendono alcune specie d'acqua dolce come pesci rossi, Guppy o Scalare. Anche se la maggior parte degli acquari d'acqua dolce sono allestiti come acquari di comunità dove vengono allevati pesci di varie specie che possono convivere pacificamente, molti acquariofili scelgono di allevare una sola specie, spesso con il proposito di ottenerne la riproduzione. Tra i pesci più semplici da riprodurre in cattività ci sono i Guppy ed altri Poecelidi che non depongono uova ma partoriscono direttamente gli avannotti, ma gli acquariofili riescono a far riprodurre numerose altre specie, tra cui varie specie di Ciclidi, Siluriformi, Caracidi e Killifish.

 

L'acquario marino è generalmente più difficile da gestire e mantenere e i pesci e gli invertebrati da introdurre sono significativamente più costosi rispetto a quelli d'acqua dolce; di conseguenza questo tipo d'acquario tende ad attrarre soprattutto gli acquariofili più esperti. Tuttavia gli acquari marini possono risultare straordinariamente belli da vedere, grazie alle vivaci forme e colori dei coralli e dei pesci originari delle barriere coralline che solitamente vi si allevano. Acquari marini di zone temperate come gli acquari mediterranei non sono molto diffusi nell'acquariofilia casalinga principalmente perché non si sviluppano bene alla temperatura ambiente delle abitazioni. Un acquario che contenga specie marine di acque fredde necessita quindi o di essere collocato in stanze molto fresche come cantine non riscaldate o raffreddati artificialmente con un refrigeratore.

 

L'acquario di acqua salmastra combina insieme elementi dei due acquari precedentemente descritti, in quanto contiene acqua con un grado di salinità medio tra quello dell'acqua marina e quello di acqua dolce. I pesci che vengono allevati negli acquari di acqua salmastra provengono da habitat diversi che hanno un grado di salinità variabile, come le foreste di mangrovie e gli estuari dei fiumi e quindi non possono essere allevati costantemente in acqua dolce. Anche se gli acquari di acqua salmastra non sono molto conosciuti, in realtà un numero sorprendente di pesci abitualmente posti in commercio come pesci d'acqua dolce o marina in realtà preferirebbero un ambiente di questo tipo, tra i quali alcuni Pecilidi, diversi Gobidi, pesci palla e Scatofagidi e praticamente tutte le specie di Soleidi d'acqua dolce.

 

La manutenzione dell'acquario

 

 

L'acquario ideale tende a riprodurre l'equilibrio di un ecosistema naturale nello spazio delimitato della vasca. In pratica è virtualmente impossibile raggiungere l'equilibrio perfetto. Ad esempio, anche nel più grande degli acquari è quasi impossibile mantenere un corretto rapporto predatori - prede. Di conseguenza un acquariofilo deve intervenire dall'esterno per mantenere equilibrato l'ecosistema in miniatura della sua vasca.

L'approssimarsi ad un effettivo equilibrio è tanto più semplice quanto più sono grandi le dimensioni dell'acquario. Qualsiasi evento che disturbi il sistema allontana un acquario dal proprio equilibrio; più acqua una vasca contiene e più è semplice che lo shock di sistema venga assorbito, dal momento che gli effetti dell'evento si diluiscono maggiormente. Ad esempio, la morte di un solo pesce in un acquario di una decina di litri provoca drastici cambiamenti nel sistema, mentre la morte dello stesso pesce in una vasca di 400 litri che ospita anche molti altri animali rappresenta solo un evento minore per l'equilibrio dell'acquario. Per questa ragione gli acquariofili tendono, quando possono, a preferire vasche di una certa dimensione che consentono la realizzazione di sistemi più stabili e richiedono una minore manutenzione per il mantenimento dell'equilibrio

Sono diversi i cicli biogeochimici importanti per il benessere dell'acquario. L'ossigeno entra nel sistema dalla superficie dell'acqua oppure grazie all'intervento di una pompa di aerazione. L'acquario rilascia nell'aria anidride carbonica. Anche il ciclo dei fosfati ha la sua importanza, anche se talvolta viene sottovalutato. Anche zolfo, ferro e micronutrienti fanno parte del ciclo del sistema, entrando nella vasca sotto forma di cibo e uscendone come materiale di scarto. Una corretta gestione del ciclo dell'azoto, insieme ad un'adeguata alimentazione dei pesci è generalmente sufficiente a mantenere questi cicli delle sostanze nutritive approssimativamente in equilibrio.

 

Le condizioni dell'acqua

 

Il contenuto soluto è forse l'aspetto più importante dei requisiti dell'acqua, dal momento che il complesso dei solidi disciolti e gli altri componenti possono avere un impatto notevole sulla composizione chimica dell'acqua e di conseguenza sul modo in cui i vari organismi riescono ad interagire con l'ambiente che da quell'acqua è composto. Il contenuto salino, o salinità, è un primo modo di classificare le condizioni dell'acqua. Un acquario può contenere:

acqua dolce (salinità sotto lo 0.5‰), simulando un ambiente lacustre o fluviale.

acqua salmastra (salinità tra 0.5‰ e 30‰), simulando ambienti delle zone di confine tra l'acqua dolce e salata come gli estuari.

acqua marina (salinità tra il 30‰ e il 40‰) simulando un ambiente marino o oceanico.

Solo di rado vengono allestite vasche con concentrazione salina ancor maggiore per allevare organismi marini che la richiedono.

A seconda delle sostanze disciolte presenti nell'acqua questa assume varie altre caratteristiche, da tenere in considerazione per la corretta simulazione degli ambienti naturali. Il pH dell'acqua è la misura del grado di alcalinità o di acidità della stessa. L'acqua marina tipicamente è alcalina, mentre il pH dell'acqua dolce può essere molto variabile. La durezza dell'acqua dipende dalla quantità complessiva di minerali in essa disciolti: l'acqua con un elevato grado di durezza è in genere di tipo alcalino, mentre l'acqua cosiddetta tenera tende alla neutralità o all'acidità[5]. Anche il contenuto di materiale organico presente nell'acqua e i gas disciolti hanno una certa importanza per definire le caratteristiche dell'acqua e quindi per la gestione di un acquario.

In genere gli acquariofili riempiono le proprie vasche con acqua di rubinetto fornita dal loro distributore locale. A causa però della presenza del cloro usato per disinfettare l'acqua potabile destinata al consumo umano, l'acqua di rubinetto non può essere versata direttamente nell'acquario. In passato era sufficiente "condizionare" l'acqua lasciandola per un paio di giorni in bacinelle o altri contenitori aperti in modo che il cloro avesse il tempo di dissolversi nell'aria[5]. Oggi invece, per disinfettare l'acqua di rubinetto si usano sempre più frequentemente le clorammine, che hanno la caratteristica di essere più stabili e non si separano dall'acqua celermente come il cloro. Si rende quindi necessario l'impiego di additivi specifici per rimuovere cloro e clorammine dall'acqua destinata agli acquari, detti biocondizionatori. Gli acquari di acqua salmastra o marina richiedono inoltre l'aggiunta di un composto di sali e altri minerali, disponibili in commercio nei negozi specializzati.

Gli acquariofili più esperti sono in grado di modificare l'acqua anche in altri modi, variandone l'alcalinità, la durezza o il contenuto organico e gassoso, prima di introdurla nelle loro vasche. Queste operazioni si possono mettere in atto grazie ad una varietà di additivi, come ad esempio il bicarbonato di sodio per innalzare il pH[5]. Altri ancora filtrano o purificano l'acqua, sempre prima di aggiungerla all'acquario. per fare questa operazione esistono due procedimenti: la demineralizzazione e il processo di osmosi inversa. I grandi acquari pubblici, che hanno bisogno di grandi quantità d'acqua, tendono invece ad essere costruiti nei pressi di fonti naturali come fiumi, laghi e oceani per aver facile accesso ad acqua che non richieda ulteriori trattamenti.

La temperatura dell'acqua rappresenta il riferimento per una delle due classificazioni più classiche degli acquari: acquari tropicali e acquari di acqua temperata. La maggior parte dei pesci e delle piante tollera solo limitate variazione della temperatura dell'acqua: gli acquari tropicali, con una temperatura media di circa 25º sono i più diffusi. Gli acquari di acqua temperata sono invece quelli con una temperatura inferiore a quella necessaria per essere considerati tropicali. Ancor più importante della temperatura in sé è la sua stabilità; la maggior parte degli organismi non sono abituati a variazioni improvvise di temperatura, che possono provocare loro degli shock, farli ammalare e portarli addirittura alla morte[5]. Negli acquari la temperatura dell'acqua viene tenuta sotto controllo grazie all'azione combinata di termometri e riscaldatori (più raramente di sistemi refrigeranti).

Anche il movimento dell'acqua può essere importante per simulare con successo un ecosistema naturale. generalmente il flusso e il movimento dell'acqua viene reso grazie all'azione delle pompe di filtraggio e di aerazione.

 

Il ciclo dell'azoto

 

La corretta gestione dei rifiuti organici prodotti dagli abitanti della vasca è una delle preoccupazioni principali dell'acquariofilo. Pesci, invertebrati, funghi ed alcuni batteri, producono scarti azotati sotto forma di ammoniaca (che in acqua acida si trasforma in ammonio) e che devono quindi essere riciclati grazie al ciclo dell'azoto. L'ammoniaca viene prodotta anche dalla decomposizione di piante e di scarti di origine animale, come le feci e altro. Se raggiungono elevate concentrazioni i rifiuti azotati diventano tossici per i pesci e gli altri abitanti dell'acquario[5].

 

Il processo

 

Una vasca ben equilibrata contiene i microorganismi 

capaci di metabolizzare gli scarti degli altri

abitanti dell'acquario. Questi rifiuti negli acquari

vengono metabolizzati da un tipo di batteri, conosciuti

come nitrificatori, del genere Nitrosomonas. I batteri

nitrificatori catturano l'ammoniaca dall'acqua e la

metabolizzano producendo nitriti. Anche i nitriti in

elevate concentrazioni risultano però altamente tossici

per i pesci. Un altro genere di batteri, i Nitrospira,

trasformano i nitriti in nitrati, una sostanza meno

pericolosa per gli abitanti dell'acquario. In passato

si credeva che questo ruolo fosse svolto dai batteri

 Nitrobacter, che continuano ad essere in commercio

sotto forma di kit di partenza per avviare il ciclo

dell'azoto in acquario. Anche se però teoricamente i

Nitrobacter potrebbero occupare la stessa nicchia

biologica dei Nitrospira, recentemente si è scoperto che in acquari ben avviati non sono presenti in quantità significative, mentre sono abbondanti i Nitrospira.

Oltre ai batteri anche le piante acquatiche eliminano rifiuti azotati metabolizzando ammoniaca e nitrati, rimuovendoli dall'acqua e impiegandoli per aumentare la propria biomassa. Tuttavia l'eliminazione è solo temporanea in quanto le piante restituiscono l'azoto all'acqua quando le foglie vecchie muoiono e si decompongono.

 

Il mantenimento del ciclo dell'azoto

 

Anche se per semplicità gli appassionati chiamano il processo in precedenza descritto ciclo dell'azoto, in realtà questo è solo una parte del vero ciclo: l'azoto viene infatti aggiunto al sistema dall'esterno (solitamente tramite il cibo che viene fornito agli abitanti della vasca) e i nitrati si accumulano nell'acqua alla fine del processo o vanno a far parte della biomassa delle piante. Questo accumulo di nitrati negli acquari domestici richiede che l'acquariofilo sostituisca l'acqua quando è troppo ricca di nitrati oppure rimuova parte delle piante che se ne sono servite.

Gli acquari domestici, in condizioni normali, spesso non hanno una popolazione di batteri sufficiente a trattare tutto l'azoto prodotto dai rifiuti dei loro abitanti. la soluzione del problema è spesso affidata a due sistemi di filtraggio: i filtri a carbone attivo assorbono dall'acqua i composti dell'azoto e altre tossine, mentre i filtri biologici ospitano dei materiali appositamente progettati per favorire l'insediamento degli utili batteri. Il carbone attivo e gli altri materiali, come resine che assorbono ammoniaca, smette di funzionare quando le sue porosità sono piene e deve essere quindi sostituito con regolarità.

Gli acquari di nuovo allestimento spesso presentano problemi legati al ciclo dell'azoto, dovuti alla scarsità di batteri presenti, noti con il nomignolo di "Sindrome della vasca nuova". Di conseguenza, le nuove vasche devono essere lasciate per un certo periodo a "maturare" prima di immettervi i pesci. Esistono fondamentalmente tre tipi di approccio da parte degli acquariofili per questo problema: il ciclo senza pesci, il ciclo silenzioso e la crescita lenta.

Nel ciclo senza pesci non vengono immessi pesci nella vasca, mentre invece si aggiungono piccoli quantitativi di ammoniaca alla vasca per nutrire i batteri che si vuole far insediare. Durante il processo si monitorano le concentrazioni di ammoniaca, nitriti e nitrati per controllare i progressi fatti fino al raggiungimento della situazione desiderata.

Il ciclo silenzioso consiste essenzialmente nel popolare la vasca di piante a crescita rapida, contando su di loro per assorbire l'azoto finché la popolazione batterica si sviluppa.

La crescita lenta, che è il metodo più usato, consiste nello scaglionare l'immissione di pesci della vasca in un periodo di 6 - 8 settimane, concedendo così alle colonie di batteri il tempo di crescere e stabilizzarsi prima di iniziare a riciclare le deiezioni dei pesci.

La maggiore concentrazione batterica in un acquario si trova all'interno del filtro; un filtraggio efficiente è essenziale per il funzionamento della vasca. Talvolta una pulizia del filtro troppo invasiva può disturbare seriamente l'equilibrio biologico di un acquario. La soluzione migliore per eliminare l'eccesso di materiale organico è quindi sciacquare gli elementi meccanici del filtro in una bacinella servendosi dell'acqua dell'acquario, preservando in questo modo la popolazione batterica. Un'altra soluzione può essere quella di pulire solo metà del materiale alla volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  • Tipi di acquariofilia
  • Manutenzione dell'acquario
  • Condizioni dell'acqua
  • ciclo dell'azoto

         

 

 

 

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